Atresia Duodenale

L’ ATRESIA DUODENALE è una condizione in cui si ha una ostruzione intestinale a livello del duodeno, che rappresenta la prima porzione dell’intestino subito dopo lo stomaco.
A causa dell’atresia il liquido amniotico che il bambino normalmente deglutisce non progredisce determinando quindi la distensione della parte di intestino che la precede. Può quindi essere individuabile già durante i primi mesi di gravidanza con l’ecografia.
Colpisce 1 neonato su 5000-10000. Nel 50% circa dei casi questa anomalia può associarsi ad altre patologie (es problemi cardiaci, renali, scheletrici, anomalie cromosomiche quali la sindrome di Down) che possono essere evidenziate con l’esecuzione di ecografie, radiografie, amniocentesi in fase prenatale o studio genetico alla nascita.
Le cause dell’ostruzione a livello duodenale possono essere varie (mancanza di una porzione di intestino, presenza di membrana che riduce il lume intestinale, anomalie del pancreas, anomalie di posizione della vena porta, malrotazione), ma il trattamento è comunque chirurgico e viene effettuato alla nascita con lo scopo di ristabilire continuità intestinale e permettere al neonato di alimentarsi.

Alla nascita, non essendo l’atresia duodenale un’emergenza chirurgica, prima di procedere all’intervento chirurgico si attende che il bambino si adatti al suo nuovo equilibrio fuori dell’utero materno e che esegua tutte le indagine pre-operatorie.

Il neonato viene quindi ricoverato in patologia neonatale. Viene posizionato sondino naso-gastrico per impedire che vomiti e viene assicurato nutrimento a adeguato apporto di liquidi attraverso una flebo. Una volta che il bambino ha ricevuto la prima assistenza farà gli esami necessari per avere conferma della diagnosi, per verificare il buon funzionamento degli altri organi e apparati e per il suo stato di salute generale (ecografia addome, cuore, rx addome, etc.). Verrà quindi sottoposto ad intervento chirurgico.

L’operazione consiste nel ripristinare la continuità dell’intestino eseguendo in genere una ANASTOMOSI DUODENO-DUODENALE.

atresia duodenale
Anastomosi duodeno-duodenale

Di solito si esegue una piccola incisione trasversa a livello del quadrante addominale destro o un’incisione sovraombelicale e si procede a eliminare l’ostruzione creando un’anastomosi che ricostituisca la continuità intestinale.
In rari selezionati casi è possibile eseguire la procedura per via laparoscopica.

Durante l’intervento si possono riscontrare altre anomalie intestinali non evidenziabili prima dell’intervento. Per esempio la presenza di atresie di altre porzioni intestinali (ileo o colon) che possono essere associate all’atresia del duodeno e difficilmente visibile con gli esami pre-operatori. Per questo motivo durante l’intervento viene sempre verificata (per quanto possibile)  la canalizzazione di tutto l’intestino a valle del duodeno e in caso si evidenzino porzioni atresiche si procede immediatamente alla loro correzione chirurgica (resezione del tratto e ricostituzione della continuità intestinale). Altra malformazione riscontrabile è la Malrotazione intestinale (condizione in cui l’intestino si trova in posizione anomala rispetto alla norma). La sua correzione chirurgica sarà immediata.

Le principali complicanze nel post-operatorio sono.

  • le infezioni che possono essere anche molto aggressive per il tipo di paziente su cui si interviene (il neonato), la sede dell’intervento (l’intestino), associata ad una certa maggior lentezza nella ripresa della canalizzazione.
  • Leak anastomotico, con fuoriuscita di materiale enterico attraverso i punti direttamente in addome causando infezione addominale. Può richiedere un secondo intervento chirurgico.
  • Paresi e atonia del duodeno con ritardata canalizzazione intestinale.
  • Stenosi (restringimento) dell’anastomosi con difficoltà all’alimentazione e quindi necessità di reintervento.
  • Pancreatiti, colecistiti, calcolosi biliare possono, anche se molto raramente, instaurarsi a distanza per la vicinanza della porzione atresica con lo sbocco dei dotti biliari.
  • A distanza può instaurarsi una condizione detta “megaduodeno” in cui si ha dilatazione di questa parte dell’intestino e malfunzionamento con necessità di intervento.
  • Le aderenze intestinali con rischio di occlusione a distanza come in tutti gli interventi che prevedono approccio addominale.

La mortalità è praticamente nulla in neonati che non presentino altre malformazioni associate.