Idrocele nel bambino

L’idrocele è una raccolta di liquido sieroso tra gli strati viscerale e parietale della tunica vaginale ed è la causa più comune di tumefazione scrotale nel bambino. L’idrocele può dar fastidio ma non è doloroso ed è bilaterale solo nel 7-10% dei casi; esso è più comune a livello dell’emiscroto destro in quanto il testicolo destro sembra, durante la maturazione fetale, raggiungere la sacca scrotale tardivamente rispetto al testicolo sinistro per cui l’obliterazione del dotto peritoneo-vaginale avviene in ritardo rispetto a quanto accade in sede controlaterale.

L’idrocele nel bambino piccolo e nel neonato è in genere congenito ed è associato a pervietà del dotto peritoneo-vaginale con conseguente ingresso di una parte del liquido peritoneale nel sacco scrotale. L’idrocele congenito può essere di tre tipi:

1) Idrocele non comunicante: in questo caso il fluido in sede scrotale non va incontro a riassorbimento spontaneo, la tumefazione rimane di dimensioni costanti nel tempo;

2) Idrocele del dotto deferente o cisti del funicolo: è una forma di idrocele non comunicante localizzato in sede scrotale alta e spesso confuso per un’ernia inguinale;

3) Idrocele images-1.jpegcomunicante: il liquido sieroso responsabile della tumefazione scrotale può passare spontaneamente in sede peritoneale per cui questa forma di idrocele si caratterizza per un cambiamento volumetrico della tumefazione (in genere il volume è minore al mattino e maggiore la sera). L’idrocele comunicante è associato ad un maggior rischio di sviluppare un’ernia inguinale.

 

L’80% dei casi di idrocele congenito va incontro a risoluzione spontanea entro i primi 2-3 anni di vita.
Negli adolescenti l’idrocele può invece essere identico a quello degli adulti e dovuto a processi infiammatori, traumi e tumori.

La diagnosi di idrocele si basa innanzitutto sull’anamnesi e sull’esame obiettivo e si caratterizza come una tumefazione scrotale, più spesso monolaterale, indolore, evidenziata attraverso transilluminazione. Può talora richiedere confermata mediante esame ecografico.

Il trattamento dell’idrocele include l’approccio conservativo nei primi 2-3 anni di vita in attesa di un riassorbimento della raccolta sierosa e quindi, se questo non accade, si procederà con l’approccio chirurgico che nel bambino consiste nella chiusura del dotto Peritoneo-vaginale e nell’adulto nell’eversione della vaginale scrotale.